sabato 1 settembre 2012

Un anno di legge Levi

Ci siamo, dunque. Oggi la legge Levi compie un anno: in questi dodici mesi - per chi non lo sapesse - Amazon ha iniziato il suo declino, gli ebook sono quasi stati sconfitti, gli editori pubblicano solo gente meritevole, le grandi catene e i supermercati piangono mentre centinaia di migliaia di persone ogni giorno si accalcano nelle piccole librerie per comprare pochi libri senza sconto.
Ehm.

Proprietario di una grande catena. La legge Levi l'ha distrutto.

Non so di preciso quale risultato volesse ottenere la legge Levi. Maggiore competitività tra grandi catene e piccole librerie? Debellazione del nemico Amazon? Abbassamento dei prezzi di copertina? Riduzione della pirateria degli ebook? Un qualsiasi bambino delle medie avrebbe avuto da ridire. E non perché un qualsiasi bambino delle medie ne sappia qualcosa di editoria, di crisi economica o di epub, ma semplicemente perché un qualsiasi bambino delle medie sa che nelle grandi catene c'è più scelta. Fine. Non tanto per gli sconti o per le tessere fedeltà ma semplicemente perché nelle grandi catene hai più possibilità di trovare il libro che cerchi. Poi i bambini delle medie un po' più interessati all'argomento sanno che non possono permettersi, in tempi di crisi, di comprare tutti i libri che desiderano e sanno anche che, essendo loro cresciuti a pane e computer, qualsiasi cosa è piratabile.
Aggiungiamo la crisi generale, la diffusione degli ebook, l'arrivo del Kindle, il fatto che i libri comprati online convengono sempre un po' di più et voilà, le piccole librerie muoiono!

Perché, mi sembra lampante, qualcosa non ha funzionato. Lasciamo perdere i (pochi) casi di librerie che non rispettano i limiti degli sconti, non contano. Il fatto è che nelle grandi catene e nei negozi online c'è più possibilità di scelta e un acquirente che, per esempio, deve comprare un libro per regalarlo, ovviamente andrà in una Feltrinelli o una Mondadori (dove, oltre ad aver trovato il libro che cerca, potrà anche farselo impacchettare).
Diciamocelo: siamo una specie tendenzialmente pigra. Se ognuno di noi avesse voglia di lanciarsi in una qualsiasi attività (dallo smontare un computer a lavare i vetri) con lo stesso entusiasmo con cui solitamente si mette a cercare qualcuno che lo faccia al posto suo, non esisterebbero i mestieri e ognuno si farebbe da solo ciò di cui ha bisogno. Da ciò, si capisce che tra l'opzione "vado nella piccola libreria, ordino il libro e forse tra tre mesi mi arriva " e l'opzione "non mi muovo dalla sedia e tra due giorni il libro è qui" la prima, a parità di prezzo, non funzionerà mai; quando, in ogni caso, le librerie online un 15% di sconto lo fanno sempre, lo scontro è già concluso.

C'è una salvezza, però: ricordate l'avvento delle grandi catene dei supermercati? (Io no, magari voi sì :P) Beh, chi se ne ricorda ha affermato che anche all'epoca c'erano state le proteste dei piccoli commercianti: i piccoli negozi chiuderanno, non possiamo combattere questa concorrenza, migliaia di persone perderanno il lavoro, si perderà il rapporto che si creava con i clienti e poi... ma volete mettere l'odore della frutta appena colta?
Beh, mi sembra che comprando le cose al supermercato non sia ancora morto nessuno, e alcuni negozianti sono sopravvissuti lo stesso. Come? Ma trasformandosi, naturalmente: c'è chi si è specializzato nel vendere prodotti di agricoltura biologica, chi ha iniziato a produrre birra, chi fa il pane con la ricetta segreta della nonna che nessun Carrefour può imitare...
Questa è la differenza: per ora, poche delle piccole librerie che tanto si lamentano sono insostituibili - probabilmente lo sanno, ed è per questo che si lamentano. Le piccole librerie già specializzate stanno tranquille e sicure: qualcuno comprerà qualche libro online, ma i vecchi testi fuori catalogo li hanno solo loro.

Negozio specializzato in Assenzio. 
A Praga sanno come si sopravvive.

Arrivando ai fatti concreti, non penso che questa legge abbia cambiato poi di molto la situazione. Ovvero, considerando la crisi, gli ebook e Amazon, non penso che qualsiasi cambiamento avvenuto nel settore dell'editoria in quest'anno sia da imputarsi alla legge Levi: la stragrande maggioranza di chi compra un libro non sa neanche dell'esistenza di una legge che regola gli sconti e quindi chi doveva comprare un libro l'ha comprato e chi non poteva permetterselo non l'ha comprato. Per quel che mi riguarda, non compro libri da dodici mesi, eccetto un paio che ho regalato (uno era di Martin. Quindi non conta: l'avrei comprato anche se gli avessero raddoppiato il prezzo).

Infine, una piccola aggiunta: http://www.aib.it/attivita/2012/25294-revisione-legge-levi/
E vorrei veramente, veramente sapere cosa dicono ora quelli che tanto supportavano la legge Levi.